L’esperienza
in Spagna ormai è finita da tempo e in questi giorni di riposo sono
progressivamente ritornato alla “normalità” fra gli agi di casa mia riprendendo
la routine quotidiana. Questi giorni mi sono serviti soprattutto per riflettere
e metabolizzare quello che è accaduto in questa breve (ma intensa) porzione
della mia vita che ho deciso di trascorrere in Spagna senza un soldo in tasca e
con il mio zaino da viaggio sulle spalle.
A conti
fatti in tre settimane sono riuscito a percorrere oltre 2.500 Km senza aver
speso neanche un centesimo e francamente solo questo mi basta per essere
soddisfatto di me stesso.
Non sono
riuscito a portare a termine il progetto iniziale, ovvero fare il giro di tutta
la penisola iberica senza soldi, ma poco importa. L’obiettivo di questa
esperienza non era raggiungere quanti più posti possibili solo per mettervi
delle bandierine. Posso dire di aver trovato quello che cercavo quando sono
partito da casa: un insegnamento che spero di riuscire a trasmettere con questo
messaggio con la stessa forza e chiarezza con cui mi si è manifestato mentre
ero in viaggio.
Terzani una volta scrisse: << Io questa vita me la sono inventata, mica
cento anni fa, ieri l’altro. Ognuno lo può fare, ci vuole solo coraggio,
determinazione, e un senso di sè che non sia quello piccino della carriera e
dei soldi; che sia il senso che sei parte di questa cosa meravigliosa che è
tutta qui attorno a noi. Vorrei che il mio messaggio fosse un inno alla
diversità, alla possibilità di essere quello che vuoi. È fattibile, fattibile
per tutti. Fare una vita, una vita. Una vita vera, una vita in cui sei tu. Una
vita in cui ti riconosci >>.
É stato per me un buon punto di inizio per superare le
difficoltà prima della partenza: lo slancio che mi ha consentito di fare quello
sforzo mentale che, dalla sola e semplice idea di partire per un’avventura, mi
ha dato la forza di passare all’azione e metterla in pratica.
L’aver
superato questo momento di incertezza, in cui tutto può essere rimesso in
discussione, mi ha fatto trovare il coraggio e la determinazione di cui parla
Terzani, senza i quali non sarei neanche partito.
Sono io, ed io soltanto, a decidere di essere ciò che voglio.
Sono io, ed io soltanto, a decidere di essere ciò che voglio.
Ho imparato
che per viaggiare non esistono ostacoli, siano questi fisici o monetari.
Esistono le difficoltà, queste sì, ma c’è sempre un modo per raggirarle. Gli
ostacoli veri e reali sono quelli che noi stessi creiamo nella nostra mente: la
paura, l’insicurezza, la rassegnazione e la sfiducia verso se stessi.
Ho imparato questo sulla mia stesa pelle, quando fra me e la tentazione di farla finita, di mollare tutto e tornare a casa, non restava altro che la mia sola forza di volontà, la convinzione che per vivere pienamente immersi in una esperienza di viaggio non servono soldi, non servono comfort, ma che tutto dipende dalla nostra stessa determinazione a continuare, a mettersi alla prova superando le difficoltà che si presentano.
Esiste come
una forza attrattiva, che mi piace chiamare positività, ed è come una luce che
dirige e indirizza il sentiero che percorriamo. Questa lega ed unisce i cammini
delle persone in modi che non possiamo neanche immaginare. Non si può sperare
di partire per un viaggio con lo spirito giusto se non si sente dentro di sé
questa luce. E quando si incontra qualcuno che ha la stessa forza lo si capisce
subito, lo si sente a pelle.
A volte
quando cammino per strada e passa un vecchio signore che non conosco cerco di
mantenere lo sguardo e scambiare un buongiorno. Anche dal volto più imbronciato
si intravede un sorriso, come se questa luce filtrasse dalle crepe di un muro.
Posso
dire con assoluta certezza che tutte le persone da me incontrate lungo
questo viaggio -che mi hanno aiutato, che si sono fermate sul ciglio di una
strada con la macchina, che mi hanno dato da mangiare o mi hanno ospitato nella
loro casa- tutte queste persone avevano quella luce dentro di sè.
Se c’è una
cosa che davvero ho apprezzato di questo viaggio è stato proprio questo: l’aver
incontrato in un così breve periodo così tante persone che in modi diversi mi
abbiano contagiato con questa positività.
Queste
persone hanno saputo darmi più di quanto mi potessi aspettare e credo anche più
di quanto fosse loro intenzione.
Non si può restare indifferenti ad esperienze di questo tipo, e non si può nemmeno ignorare tutto l’aiuto e il calore umano che mi è stato trasmesso.
Ho imparato
a non diffidare del prossimo, che anche l’individuo più insospettabile è capace
di gesti inaspettati.
Ancora penso
a quanto la fortuna mi abbia assistito quando, all'inizio del viaggio, per poco non mi sono trovato a
Nizza la sera del 14 luglio, la sera in cui 84 persone sono state uccise in un
attentato terroristico.
Vedere il giorno dopo quelle immagini terribili con la consapevolezza di potersi trovare in quel luogo è stata una cosa su cui ho riflettuto a lungo.
Vedere il giorno dopo quelle immagini terribili con la consapevolezza di potersi trovare in quel luogo è stata una cosa su cui ho riflettuto a lungo.
Anche se
viviamo in un mondo dove odio e diffidenza verso ciò che è diverso da noi si
stanno diffondendo a macchia d’olio, sono convinto che parole come ospitalità e
solidarietà ancora non hanno perso di significato, ma restano ancora per molti
dei valori imprescindibili.
Io non so
quale domanda dovremmo porci per trovare una soluzione a questo problema, ma
sono sicuro che la risposta sia viaggiare.
C’è una
frase nel film “Into the wild” che
mi ha sempre affascinato, ma non ne avevo mai afferrato pienamente il senso
fino a che non ho fatto una esperienza di questo tipo.
<<Non mi servono i soldi, rendono le persone
prudenti>>, così dice Alexander
Supertramp dopo aver dato fuoco a le poche banconote a lui rimaste, mentre
si allontana dalla sua macchina.
All’inizio ho sempre pensato a questo messaggio come un invito a compiere un gesto di imprudenza solo per il gusto di trasgredire le regole.
Ma penso che
in questa frase buttata quasi a casaccio ci siano delle sfumature molto sottili
e porti un significato più profondo della mia superficiale
interpretazione.
Quando ho
deciso di affrontare questo viaggio ho dovuto riflettere molto sui pro e i
contro e valutare i problemi che sarebbero potuti presentarsi e i benefici che
avrei potuto trarre da questa esperienza.
Certo, rinunciare a certi comfort o anche solo la certezza di avere un tetto sopra la testa per la notte, non è stata una scelta che ho preso a cuore leggero.
Ma è stato solo mettendo da parte la "prudenza" -la paura di uscire dalla propria zona di comfort, di confrontarsi, di mettersi alla prova- che sono stato in grado di superare le mie paure e intraprendere questo viaggio.
Certo, rinunciare a certi comfort o anche solo la certezza di avere un tetto sopra la testa per la notte, non è stata una scelta che ho preso a cuore leggero.
Ma è stato solo mettendo da parte la "prudenza" -la paura di uscire dalla propria zona di comfort, di confrontarsi, di mettersi alla prova- che sono stato in grado di superare le mie paure e intraprendere questo viaggio.
A volte rimuginare troppo sulle scelte da prendere ci blocca e le nostre stupide paranoie ci paralizzano. Abbiamo troppi pensieri e alla fine decidiamo di non decidere. Ma con una buona dose di “spirito di adattamento”, niente in fondo è così complicato come sembra, basta solo lasciarsi andare facendo quello che ci piace fare e tutto prende forma.
Ricordo la
prima notte di questo pazzo viaggio, dove in un paesino della Francia ci siamo
accampati per la prima volta. Ricordo una sensazione, troppo difficile e
complessa da esprimere attraverso le parole, che provai prima di addormentarmi.
Non ero preoccupato, anzi, mi sentivo felice. Felice di esser riuscito ad
arrivare in fondo a una lunga giornata, felice di avercela fatta. Non aveva
importanza cosa avrei fatto domani, fino a dove sarei riuscito ad arrivare e
chi avrei incontrato, ero sicuro che in qualche modo sarei riuscito a cavarmela,
e tanto bastava.
Oggi ce l’ho fatta e domani si vedrà.
Oggi ce l’ho fatta e domani si vedrà.
Ecco, provare questa sensazione, di
incertezza e allo stesso tempo di leggerezza, è stato un momento che mi ha
ripagato di ogni rinuncia e difficoltà che ho e avrei dovuto affrontare.
Poche volte nella mia vita ho dormito così serenamente.
Poche volte nella mia vita ho dormito così serenamente.
P.S.
Anche se
l’ho già fatto di persona ci tengo a rinnovare i ringraziamenti verso tutte le
persone incontrate in questa esperienza:
Benjamin,
Stefano, Miriam, Albert, Delphine, Augustin, Sandrine, Vanessa, Pierre,
Berenice, Cecile, Raul, Fouad, Lourdes, Lium, Leandro, Pau, Teresa, Miguel,
Mohamed, Mariasinta, Lateief, Jesus, Julio, Graham, Gabriela, Anita, Alex,
Maria, Sonia, Carolina, Angelo, Saskia, Thierry, Riotom, Oscar, Lucia, Sergio,
Fransisco, Edo, Manu, Pedro, Pedro, Ismael, Manuel, Antonio, Maria, Laura.
Grazie a
tutti voi.
<<Il
viaggio è fatale al pregiudizio, al bigottismo e alla ristrettezza mentale, e
molti di noi ne hanno estremamente bisogno proprio per questo motivo. Le vedute
ampie, sane e buone non possono essere acquisite vegetando per tutta la vita in
un piccolo angolo della Terra>>
Mark Twain
Mark Twain