Juan questa mattina deve andare a lavoro, quindi ci alziamo entrambi alla buon'ora per fare una colazione con dei dolci tipici della Comunidad Valenciana.
Juan è davvero una brava persona e mi sono trovato molto bene con lui, sia per la sua preziosa conoscenza della città di Alicante che per le piacevoli chiacchierate.
Ma è arrivato il momento di salutarsi e mi faccio promettere che un giorno passerà da Firenze a trovarmi.
Mi accompagna frettolosamente fino all'autostrada perché sta ritardando a lavoro e mi lascia un pranzo a sacco da mangiare lungo strada, e per me è il massimo della felicità.
Oggi mi sento particolarmente di buon umore e approfitto del fatto che nessuno può sentirmi per cantare a squarciagola durante l'attesa.
Provo inizialmente a cercare passaggio da chi va diretto in autostrada ma cambio presto idea e provo sulla strada nazionale dove le macchine scorrono più lentamente ed è anche più trafficata.
I primi due passaggi che ricevo arrivano da muratori con il loro furgoncino. Il primo me lo offre Sergio, originario di Buenos Aires, che mi lascia per sicurezza anche il suo numero nel caso avessi bisogno di aiuto; il secondo Francisco e Eduardo che scherzano insieme a me.
Mi trovo ora in una zona della campagna spagnola nell'entroterra e a fermarsi è un ragazzo di 20 anni come me.
Rosendo rimane davvero molto stupito nell'ascoltare la mia storia e prima di farmi scendere insiste per portarmi a casa sua a vedere il suo campo di ulivi e conoscere sua moglie Jasmina.
Mi lascia una bottiglia di acqua ghiacciata per sopportare meglio il caldo asfissiante e tutti e tre ci facciamo una foto ricordo per celebrare questo incontro così inusuale.
Dopo altri due passaggi presi da dei tizi che si chiamavano entrambi Pedro e uno da un ragazzo che mi ha fatto sentire della musica ska spagnola davvero notevole, riesco ad arrivare a Murcia.
Provo ad andare ancora un po' avanti cercando di raggiungere Cartagena, ma dopo un'ora sono sfinito e capisco che è meglio non insistere, sono circa 8 ore che sto facendo autostop e per oggi basta così.
Non ho idea di dove passare la notte e provo in extremis a mandare qualche richiesta su Couchsurfing ma non ottengo risposte.
Decido così di visitare la città percorrendo le sue vie strette affiancate da alti palazzi con terrazze piene di fiori colorati.
Visito a piedi tutte le piazze principali e ormai è diventato buio. Ormai mi rassegno all'idea di dover dormire in tenda per stanotte e su Google Earth controllo quale sia l'area verde più vicina per accamparsi.
All'ultimo secondo, quando ero in procinto di andarmene, mi accorgo di aver ricevuto un messaggio su Couchsurfing da una persona che ha accettato la mia richiesta! Stento a crederci e quasi inizio a saltare dalla felicità!
Scrivo subito a Manu la mia posizione e mi risponde che verrà a prendermi fra poco in Plaça S. Domingo.
Corro a incontrarlo e insieme andiamo con una bella macchina sportiva verso casa sua.
Manu mi fa sentire subito a casa e nella sua terrazza beviamo una granita fresca mentre gli racconto della mia esperienza.
Insieme andiamo d'accordo e mi dà tanti consigli sulle prossime città che potrei visitare, che segno con attenzione sul mio taccuino.
Giorno 16- la vita in Murcia
Dopo essermi riposato nel comodo divano nel salotto di Manu, al mio risveglio trovo Gor-K: il suo affettuoso Shar Pei che vuole fare subito amicizia.
Con Manu programmiamo la giornata e lascia a me decidere dove preferisco andare offrendomi tante alternative.
Saltiamo in macchina e andiamo insieme verso la Ciudad encantada, un sito spettacolare lungo la costa dove ammiriamo le famose rocce di argilla segnate dall'erosione del tempo.
Continuiamo il nostro tour e andiamo questa volta su una scogliera dove è possibile lanciarsi dall'altezza di circa 4 metri.
Con un po' di esitazione lascio andare prima Manu e subito dopo mi lancio anch'io. Che scarica di adrenalina!
Andiamo poi a rilassarci un po' in una spiaggia nudista abbastanza isolata e poco frequentata dove ho l'occasione di mostrare con fierezza il mio fisico da sgusciatore di vongole.
È davvero una bella sensazione prendere il sole e fare il bagno "come mamma m'ha fatto", dà un vero e proprio senso di libertà!
Adesso però comincia ad esser tardi e decidiamo di ritornare a casa. Per la felicità di Gor-K apriamo il finestino posteriore dove può affacciarsi e prendere un po' di aria fresca.
A casa prepariamo una super-cena con falafel fatti in casa, verdure e delle salse buonissime!
Era da molto che non mangiavo così tanto.
Concludiamo la bella giornata andando in un posto davvero speciale: un punto panoramico dove osservare tutta la città! Una vista mozzafiato con un numero infinito di luci che resterei ad osservare per ore!
Una volta a casa restiamo ancora un po' nella terrazza di Manu parlando di tante cose.
Sono davvero colpito di come, nonostante la differenza generazionale, io e Manu viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda e pur vedendo le cose da due prospettive diverse la pensiamo allo stesso modo.
Colgo l'occasione per ringraziarlo, non solo per l'ospitalità ma per questi bei momenti che abbiamo condiviso e lo abbraccio con affetto (e anche una punta di commozione devo ammetterlo).
È per questo motivo che penso che piattaforme come Couchsurfing siano incredibili: ti permettono di conoscere e stringere amicizie durature con persone in tutto il mondo grazie al semplice gesto della condivisione (sia questa di un momento, una birra o una casa). Consiglio veramente a tutti di provarlo almeno una volta, non si può mai sapere cosa ne può venir fuori.
Giorno 17-20 Andalusia!
È tempo di salutarsi con Manu e Gor-K e riprendere il cammino, anche se questa volta con un po' di dispiacere.
Mi accompagna in una stazione di servizio fuori Murcia, che è la migliore per cercare passaggi in direzione di Granada.
Manu aveva ragione: dopo qualche tentativo andato a vuoto riesco a trovare un ragazzo diretto proprio a Granada!
Una vera fortuna perché la città è molto distante da dove sono io e servono circa 3 ore di macchina.
Una volta arrivato faccio subito un giro e tenti di nuovo la fortuna mandando qualche richiesta su Couchsurfing. Stavolta però è davvero tardi e non penso proprio che qualcuno possa leggere la mia richiesta in tempo.
Sul sito vedo che stasera è previsto il ritrovo settimanale degli utenti di Granada, aperto anche ai viaggiatori. Una buona occasione per conoscere un po' di gente e soprattutto non passare la serata da solo!
Il ritrovo è in un locale in centro, dove con diversi ragazzi e ragazze chiaccheriamo amabilmente davanti a una birra.
Alcuni decidono di andare verso il centro a sentire un concerto jazz, altri propongono invece di andare a mangiare qualcosa. Io opto per il secondo gruppo (perché mi restavano più simpatici a dir la verità) e ci separiamo.
Resto così in compagnia di Manuel, detto Lolo, Miriam (entrambi di Granada) e Dimitri (arrivato dalla Grecia).
Passiamo la serata insieme e, mentre mi accingo a guardare dove poter andare con la mia tenda, Manuel arriva in mio soccorso offrendomi uno spazio a casa sua per la notte.
Non voglio abusare della sua ospitalità ma insiste perché non vada a dormire in un campo, così accetto senza farmelo ripetere due volte.
A noi si uniscono altri ragazzi di Granada, amici di Manuel, e finiamo la serata al Puente Verde sulle rive del fiume leggendo alcuni passi di Lorca dal libro che ho portato insieme a me.
Si chiama "A la cinco de la tarde" e ci sono molto affezionato perché è in assoluto il primo libro che ho ricevuto quando ero bambino. Il giorno prima di partire, mentre preparavo lo zaino, me lo sono ritrovato tra le mani ed ho così deciso di portarlo insieme a me in Spagna.
Granada è la città in cui Lorca ha vissuto por molti anni e lui stesso disse:
«Granada es la única ciudad del mundo que entierra sus ríos y mata a sus poetas.»
Mi ci è voluto un po' prima di poter imparare questa frase grazie all'aiuto e alla pazienza di Miriam.
Ridendo e scherzando si sono fatte le 4 e andiamo tutti a casa. Con Manuel vado ad accompagnare fuori il cane (Troy) e come dei ninja entriamo in casa senza fare rumore per non svegliare le sue nipoti molto piccole.
La mattina usciamo insieme e prendiamo strade diverse. Ho la brutta idea di andare verso l'Alhambra proprio nel momento in cui comincia a fare più caldo. A fatica raggiungo la vetta della collina dove risiede la cittadella, una volta residenza di ricchi principi arabi.
Gironzolo per la città e la sera mi incontro con Maria, una mia cara amica conosciuta qualche mese fa a Cracovia mentre era in Erasmus e io stavo partecipando a un progetto di fotografia.
Insieme andiamo in una bella piazza a chiaccherare di quello che abbiamo fatto nell'ultimo periodo e dei nostri progetti futuri.
Dopo poco ci raggiunge anche Miguel, anche lui conosciuto nella stessa occasione in Polonia e andiamo tutti a mangiare qualche tapas.
Maria vuole farmi una sorpresa e portarmi in un posto speciale, così con la macchina andiamo tutti verso San Miguel Alto.
Non so bene cosa aspettarmi e appena scendiamo dalla macchina la vista è un vero spettacolo: un panorama a 180° su tutta Granada.
Gli occhi abbracciano l'orizzonte e le luci inondano completamente la città.
Mi prendo un momento per restare in silenzio. Ne ho avuti tanti fino ad ora, ma mai come questo. Mi fermo e penso a tutta la strada che mi sono lasciato alle spalle, ai posti meravigliosi che ho visto, le persone uniche che ho incontrato e tutto ciò che è successo affinché io arrivassi fin qui.
Che fantastica esperienza sto vivendo.
Penso a come ogni singolo sforzo, ogni difficoltà che ho superato, siano adesso ripagate dalla gioia di questo momento e a come tutto sembri così semplice visto da quassù.
Miguel inizia a suonare la chitarra che ha portato con sé e con Maria scherziamo su quella volta che ci siamo conosciuti: eravamo in ostello e io mi avvicinai a loro offrendogli una birra. Da lì abbiamo fatto conoscenza e siamo rimasti in contatto in questi mesi.
Adesso siamo qui a condividere questa bella serata insieme.
Com'è strana la vita: a volte un gesto così piccolo può riflettersi sul nostro futuro in modi che non possiamo minimamente immaginare.
Miguel con la sua chitarra suona tutta la sera, mentre restiamo seduti a osservare la città e le persone attorno a noi cantano insieme a noi.
Con Maria, che mi offre di restare da lei per la notte, andiamo verso casa e prima di salutare Miguel ci scattiamo una foto ricordo tutti e tre!
La mattina faccio conoscenza della sorella di Maria e del cane Brenda. Facciamo una tipica colazione andalusa con pane tostato, pomodoro e prosciutto!
Maria mi accompagna fino a un benzinaio dove spero di trovare passaggio per Cordoba.
Con grande emozione si ferma un vecchio furgoncino stile hippie con dentro Laura, una ragazza olandese, che deve andare a Malaga.
Accetto il passaggio e salgo insieme a lei, felice di ritornare verso il mare.
Dopo qualche ora arriviamo a destinazione e Laura mi accompagna fino alla spiaggia.
Colgo l'occasione per fare un bel bagno e rilassarmi un po'.
Questa volta non penso che qualcuno possa aiutarmi e provo quindi a fare autostop per uscire dalla città. Malaga è molto grande e da quelli che ho visto gli spazi verdi sono lontanissimi dal centro.
Nessuno ha intenzione di fermarsi e comincia a fare buio. Provo a insistere ma stavolta la fortuna sembra avermi abbandonato del tutto.
Arrivo dopo aver camminato tanto in un'area verde vicino al mare, ma che si rivela essere una zona semi-paludosa e non appena vi metto piede cado in un'imboscata del mio più acerrimo nemico: le zanzare.
Scappo in preda alla disperazione, ma prometto a me stesso di tornare un giorno munito di tuta da apicultore e racchette elettrizzate per avere la mia vendetta.
A questo punto continuo a camminare verso il nulla e comincio seriamente ad accusare la stanchezza.
Arrivo nel polo industriale di Malaga e sono come in trappola: non c'è nessun campo in lontananza solo file infinite di fabbriche che emanano un odore terribile.
Sono veramente disperato e comincio a preoccuparmi per la mia incolumità perché si intravedono le prime "signorine" che si affacciano sul marciapiede e una macchina, con un signore dalla faccia poco raccomandabile, si ferma accanto a me credendo probabilmente che fossi lì per prostituirmi.
A questo punto mi chiedo se sia il caso di utilizzare per la prima volta dei soldi per uscire da quella situazione, ma dico a me stesso di resistere fino a domattina e decidere sul da farsi.
Mi apposto dietro dei cespugli vicino a un benzinaio e letteralmente crollo al suolo dentro la mia tenda. Non sono molto convinto del posto che ho scelto ma non ho altra scelta.
La mattina mi sveglio alle 6 per andarmene il prima possibile da quel posto di merda.
Senza niente sullo stomaco da ieri cerco di fare autostop. Ma nemmeno oggi nessuno si ferma. In molti mi hanno detto che in Spagna è difficile fare autostop, ma finché la fortuna mi ha assistito ho preferito non ascoltarli.
Dopo circa due ore che tento di far fermare qualcuno il mio umore è bassissimo e non ho più forze.
Raccolgo il mio zaino e mi trascino per qualche kilometro verso il centro città.
Lungo il tragitto ho molto su cui pensare e alla fine prendo una decisione: usare la carta per le emergenze e togliermi da questo casino.
Ho pensato e ripensato più volte a un'alternativa, ma credo che provare a spingersi oltre il proprio limite sarebbe da pazzi e non avrebbe senso per quella che era l'idea iniziale di questo viaggio.
Sono sincero: avrei voluto resistere di più, ma penso che in questo modo avrei solo sciupato tutto e sono decisamente soddisfatto di esser sopravvissuto per ben 20 giorni senza spendere niente!
Adesso ho solo voglia di riposarmi un po' e rimettermi in forze per i prossimi giorni, con o senza soldi ho intenzione di finirlo questo viaggio!
Concludo la mia giornata sulle bianche spiagge di Tarifa in compagnia di un gruppo di ragazzi (due inglesi, un australiano e uno spagnolo) che bevono tutti come spugne e mi concedo una bella cena per festeggiare la fine di questa esperienza incredibile!
Chapeau